Un autorevole gruppo di pediatri britannici chiede la rinuncia alle sponsorizzazioni dalle ditte di latte artificiale: a quando in Italia?
Segnaliamo un articolo di Ibfan Italia
Il Royal College of Pediatrics and Child Health (RCPCH) ha un nome altisonante, in omaggio ai reali di Gran Bretagna e al loro defunto impero. Ma si tratta in realtà di un’associazione di pediatri, come la nostrana Società Italiana di Pediatria (SIP). Come tutte le associazioni di pediatri, anche il RCPCH si occupa, oltre che della dignità dei propri associati, di formarli e di aggiornarli mediante corsi e congressi. E come quasi tutte le associazioni di pediatri non disdegna di ricevere, per queste attività, il contributo educazionale, ovviamente incondizionato, dell’industria, e in particolare dei produttori di sostituti del latte materno, in aperta violazione del Codice Internazionale. Come la maggior parte della associazioni pediatriche, il RCPCH ammette di ricevere fondi dall’industria, ma rifiuta di rivelare importanti dettagli (nome dello sponsor, quantità di denaro elargita, destinazione d’uso, eventuali condizioni d’uso).
Alla riunione annuale del RCPCH che si è tenuta a Londra il 27 aprile 2016, un gruppo di soci, capeggiati da Charlotte Wright, professore di salute pubblica del bambino all’Università di Glasgow, ha presentato la seguente mozione: “Al fine di evitare conflitti di interesse istituzionali e di mantenere la sua reputazione di organismo professionale imparziale e indipendente per la formazione e per la difesa della salute dei bambini, il Collegio deve rifiutare qualsiasi transazione commerciale o qualsiasi altro tipo di finanziamento o sostegno da qualsiasi azienda che commercializzi prodotti inclusi nel campo di applicazione del Codice OMS sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno”. I proponenti della mozione ritengono che questi finanziamenti distorcano la percezione che i cittadini hanno del RCPCH e della sua professionalità, la sua posizione sull’allattamento, e i consigli che i pediatri danno alle mamme sull’uso adeguato di sostituti del latte materno. Ricordano anche che queste sponsorizzazioni danneggiano la reputazione del Collegio: “possiamo permetterci di non avere i soldi, non possiamo permetterci di perdere la reputazione”.1
La posizione dei soci proponenti la mozione, che si basa anche su evidenze riguardanti la difficoltà di aumentare i tassi e la durata dell’allattamento in Gran Bretagna, grazie anche all’indebita influenza dell’industria del latte artificiale,2 è sostenuta anche da altre istituzioni, e in particolare da UNICEF UK, che coordina le iniziative Baby Friendly, corrispondenti alle iniziative Insieme per l’Allattamento di Unicef Italia, e da Baby Milk Action, l’associazione che rappresenta IBFAN in quel paese. Non è ovviamente sostenuta dal direttivo del Collegio, il cui portavoce afferma che “il RCPCH adotta un approccio rigoroso e robusto per evitare conflitti di interesse istituzionali e per mantenere la reputazione del RCPCH come difensore imparziale e indipendente della salute dei bambini. Il RCPCH assicura la conformità con le linee guida della Charity Commission e con le migliori pratiche della comunità scientifica in campo medico”. Notare come il portavoce eviti di nominare il Codice Internazionale.
Com’è andata a finire? Gli stessi proponenti della mozione avevano poche speranze che passasse. Invece i voti a favore sono stati 66, quelli contrari 53, e la mozione è passata.3
Questo voto non è vincolante, nel senso che sarà il consiglio del RCPCH, che si riunirà a luglio, a decidere se prenderlo in considerazione per cambiare le regole del Collegio riguardanti le sponsorizzazioni. La presidente del RCPCH, Neena Modi, ha già detto che si dovrà tener conto delle implicazioni di un’eventuale modificazione delle attuali regole e che potrebbe essere necessario sondare l’opinione di tutti i soci con un referendum interno. Nel frattempo è stato fatto un importante passo in avanti. E in Italia?
1 Gulland A. Paediatricians call on royal college to drop financial ties to infant formula firms. BMJ 2016;353:i2221 doi: 10.1136/bmj.i2221 (Published 19 April 2016)
2 Open letter on the crisis in UK breastfeeding. https://ukbreastfeeding.org/open-letter/